Ogni anno gli Svizzeri versano diversi miliardi di franchi nel terzo pilastro. Eppure il livello generale delle conoscenze in materia è piuttosto basso. Per questo motivo confutiamo qui i sette errori più frequenti.
1. Con tassi così bassi il pilastro 3a non conviene più
Attualmente la Banca Migros paga un interesse dello 0,75 percento sul conto di previdenza. A prima vista può sembrare irrisorio, ma in termini reali, quindi considerando l’inflazione annua pari al -1 percento, questa remunerazione è tutt’altro che scarsa in prospettiva storica. In passato non sono mancati periodi, per esempio all’inizio del 2008, in cui il tasso d’inflazione superava l’interesse corrisposto sul conto di previdenza, quindi il valore reale del capitale subiva un’erosione. Ma, indipendentemente dalla remunerazione, conta soprattutto l’effetto del risparmio fiscale, che consente di triplicare abbondantemente il rendimento del pilastro 3a, come illustra il grafico qui a fianco riferito alla città di Basilea. Nell’esempio di versamenti cumulati di 60‘000 franchi su vent’anni, gli interessi corrisposti arrivano a 4960 franchi, cui si aggiunge un risparmio fiscale di 15‘830 franchi. Con le agevolazioni fiscali il patrimonio finale raggiunge circa 81‘000 franchi, che corrisponde a un rendimento annuo privo di rischi del 2,8 percento.
2. C’è tempo per pensare alla previdenza per la vecchiaia
Tra i più giovani il budget esiguo spesso non basta a versare il massimale concesso nel pilastro 3a. Una reazione frequente è dunque quella di rinunciare del tutto al versamento, che è una strategia sbagliata. Prima di tutto viene sfruttato meno l’effetto degli interessi composti. In secondo luogo la possibilità di usufruire del pilastro 3a vale solo per l’anno in questione. Dal momento che i lavoratori dipendenti hanno a disposizione un massimale limitato (attualmente 6768 franchi), un versamento mancato non può più essere recuperato a posteriori. Invece di rinunciare al versamento per un anno e poi di investire una somma elevata nel terzo pilastro, è meglio versare un importo costante, anche se modesto.
3. Ne beneficiano soprattutto i ricchi
Il pregiudizio secondo cui il terzo pilastro è poco sociale è duro a cadere, ma va molto relativizzato. Dai dati dell’Amministrazione federale delle imposte emergono quali classi di reddito ottengono il maggior sgravio percentuale con il pilastro 3a: ne beneficiano soprattutto le economie domestiche con un reddito imponibile compreso tra 60‘000 e 130‘000 franchi (v. Ma il terzo pilastro è davvero equo?). Oltre questa fascia il vantaggio fiscale diminuisce notevolmente poiché i versamenti sono plafonati, come abbiamo spiegato in precedenza.
4. Il vantaggio è maggiore nei paradisi fiscali
È vero proprio il contrario, dal momento che il pilastro 3a comporta una riduzione dell’imposta sul reddito: i domicili con le aliquote fiscali più elevate consentono la deduzione maggiore. Il sistema fiscale federalistico della Svizzera genera notevoli differenze. Nel caso di un single con un reddito netto di 70‘000 franchi, se abita a Ginevra risparmia 2140 franchi rispetto agli appena 780 franchi di Zugo. Tra l’altro, quanto più alto è il reddito, tanto minore risulta la differenza: con un reddito di 140‘000 franchi chi abita a Ginevra ottiene uno sgravio fiscale di 2670 franchi, contro i 1600 franchi di Zugo. Qui pubblichiamo una classifica dei risparmi fiscali in tutti i capoluoghi cantonali.
5. Il pilastro 3a non ha bisogno di pianificazione
Rispetto alla previdenza professionale il terzo pilastro è strutturato in modo molto semplice e chiaro. Eppure anche qui sarebbe opportuna una pianificazione a più lungo termine. In particolare è importante aprire due o più conti di previdenza in caso di somme importanti. Ciò consente una liquidazione scaglionata su diversi anni per interrompere la progressione fiscale. Nel nostro esempio di Basilea, l’imposta sul capitale prelevato è di 2150 franchi per due conti rispetto ai 2820 franchi per un solo conto. Inoltre, anche chi vuole riscattare la cassa pensioni dovrebbe sintonizzarsi con il pilastro 3a. Come spiegato in questo articolo, quando si è giovani è meglio puntare sul terzo pilastro.
6. Le azioni non sono adatte al pilastro 3a
La stragrande maggioranza delle persone preferisce un conto come soluzione per la previdenza. È una scelta senz’altro sensata con un orizzonte temporale a breve termine, ma i capitali accumulati nell’ambito del pilastro 3a sono spesso un investimento a lungo termine. In questo caso un fondo previdenziale potrebbe consentire guadagni molto più elevati. Negli ultimi cinque anni i fondi previdenziali della Banca Migros hanno ottenuto rendimenti annui compresi tra il 2,6 e il 5,3 percento. I dati dettagliati sulla performance dei fondi sono pubblicati al seguente link.
7. I giovani preferiscono puntare sul terzo piastro
La crescente aspettativa di vita e il calo dei rendimenti sui mercati finanziari aumentano la pressione sulla previdenza per la vecchiaia. Dal dibattito politico emerge con sempre maggiore insistenza la richiesta di innalzare l’età della pensione oppure di diminuire le rendite nella cassa pensioni. Sarebbe dunque ipotizzabile che proprio i più giovani investissero piuttosto sulla previdenza individuale, beneficiando così delle agevolazioni fiscali. Da un’indagine svolta dalla Banca Migros presso oltre 20‘000 clienti emerge tuttavia che nel pilastro 3a la quota delle persone di età compresa tra 30 e 44 anni è notevolmente diminuita dal 2010 rispetto a quelle tra 45 e 59 anni. Sembra dunque che parecchie persone, anche giovani, guardino alla previdenza come un problema prima di tutto sociale, ma non ritengano di doversene occupare personalmente.
Salve, è stato tenuto conto che a Zugo la fiscalità di base è parecchio più bassa che a Ginevra e che quindi si parte da due importi dicersi?
Grazie x
Una risposta
La nostro calcolo è fatto con il reddito netto. Perciò è stato tenuto conto che il reddito imponibile e anche la fiscalità di base cambia secondo il domicilio. Cordiali saluti, Albert Steck