L’industria dell’Eurozona stenta ancora a ripartire. Il settore deve far fronte a una domanda debole e a costi di finanziamento in crescita. L’allentamento della politica monetaria rappresenta un momentaneo sollievo, ma l’industria dovrà affrontare grandi sfide nei prossimi decenni.
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Le avvisaglie di una seconda presidenza Trump sono già qui
Dal fallito attentato, l’atteggiamento di Donald Trump è più moderato e conciliante. Ma nonostante il tono più pacifico, non si discosta dai punti cardine del suo programma. E questi hanno già un impatto sulla politica e sulle borse.
Continuare a leggereVenti favorevoli per i produttori farmaceutici su commessa
Nel mondo degli investitori l’industria farmaceutica svizzera è spesso associata ai due pesi massimi dello SMI, Roche e Novartis, dimenticando sovente i produttori farmaceutici su commessa, che sviluppano principi attivi per le grandi case farmaceutiche senza che il loro nome appaia sulle confezioni dei farmaci.
Continuare a leggereCurva dei rendimenti USA: un segnale da non considerare tale
È il secondo anniversario dell’inversione della curva dei rendimenti negli Stati Uniti, ovvero della situazione in cui i tassi di interesse a breve termine sono più alti di quelli a lungo termine. Di solito questo indica una recessione imminente. Tuttavia, l’economia statunitense è ancora lontana da questa situazione. Ecco i motivi.
Continuare a leggereIl caso singolare del Regno Unito, ovvero: no, non sono pazzi!
In Gran Bretagna verrà rieletta la Camera dei Comuni. Il probabile esito elettorale è in contrasto con la politica europea. Il regno differisce tuttora dall’Europa anche sul fronte economico. Un dato persino positivo.
Continuare a leggereLa Francia, emblema delle sfide dell’Europa
La Francia va incontro a un futuro politico incerto. A questo va ad aggiungersi un bilancio statale in disavanzo cronico e fortemente indebitato. Ad affrontare questi problemi, però, non è solo il Paese gallico nell’UE.
Continuare a leggereCambia l’assetto dei Magnifici 7
Sette titoli tecnologici, i Magnifici 7, hanno una forte incidenza sulla performance dell’indice S&P 500. Mentre l’anno scorso tutti i Magnifici 7 hanno ottenuto rendimenti strepitosi, quest’anno il quadro è leggermente diverso. La divergenza di performance si è notevolmente ampliata. Quale di questi Magnifici rimarrà tale e quale perderà il suo splendore?
Continuare a leggereInsieme al pallone girerà anche l’economia tedesca?
La Germania, Paese che ospita EURO 2024 , nutre con questo torneo anche speranze economiche. Queste devono essere però realistiche. La priorità dovrebbe essere la soddisfazione del buon esito della festa del calcio.
Continuare a leggereSvolta verde a cavallo tra geopolitica e politica industriale
La politica industriale sta vivendo una rinascita. Molte economie fanno a gara nella concessione di incentivi e sovvenzioni per accelerare la transizione verso le energie rinnovabili. La Svizzera rappresenta un’eccezione, il suo è un approccio più liberale.
Continuare a leggereLa transizione energetica deve essere compatibile con l’economia
I programmi di tutela del clima promossi dalla ricerca danno talvolta strani frutti. A dimostrarlo è l’esempio dell’infrastruttura elettrica. Ma il problema va oltre l’approvvigionamento energetico. Norme troppo rigide rischiano di ignorare l’economia e di rafforzare le tendenze a un’economia pianificata.
Continuare a leggereRoche e Nestlé frenano il mercato azionario svizzero
Dall’inizio dell’anno i mercati azionari globali hanno registrato un andamento positivo. Purtroppo il mercato azionario svizzero è indietro rispetto a quelli internazionali. In particolare, a gravare sulla performance dell’indice di riferimento svizzero SMI sono i due colossi Roche e Nestlé. Ciononostante, il mercato azionario svizzero, di impostazione difensiva, rimane la scelta giusta nell’attuale contesto di mercato.
Continuare a leggereUno yen debole ancora per molto tempo
Nonostante l’inversione di tendenza nella politica monetaria con l’abolizione del tasso negativo, resta sotto pressione lo yen giapponese. Sebbene le autorità giapponesi siano in grado di stabilizzare il tasso di cambio nel breve periodo mediante interventi sui mercati valutari, questi provvedimenti non bastano a garantire una ripresa duratura.
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