Superato il punto critico

Gli allarmi sull’imminente scoppio di una bolla immobiliare sono quasi spariti dai media. Si attende anche lei un atterraggio morbido?

Secondo me la stabilizzazione del mercato immobiliare è un elemento positivo. E conferma la nostra opinione, già espressa anche in questa rubrica (per esempio «Terremoto in vista sulle case?»). Se, come previsto l’atterraggio sarà davvero morbido, il mercato immobiliare svizzero dimostrerà la sua enorme efficienza. Il motivo è presto detto. In dieci anni la popolazione è aumentata di 700’000 abitanti. Questa crescita esponenziale ha rappresentato una poderosa sfida per il mercato immobiliare. Una deriva sarebbe stata possibile da un duplice punto di vista: se l’offerta di spazi abitativi cresce troppo poco, gli affitti e i prezzi per l’acquisto di un immobile esplodono. Oppure vengono costruite moltissime nuove abitazioni, riducendo sì la spinta al rialzo dei prezzi, ma accentuando il rischio di un surplus di offerta e di accumulo di «scheletriedilizi», come in Spagna. Tra le aggravanti non dobbiamo dimenticare che molte persone vogliono vivere in zone centrali, dove i terreni edificabili rimasti scarseggiano. E per il settore edilizio è difficile reagire alle oscillazioni repentine della domanda. Infatti, tra la progettazione e la conclusione di un progetto passano due anni e oltre.

Ma il mercato immobiliare come ha superato questa situazione critica? Secondo me molto bene. Su scala nazionale l’offerta non è cresciuta né troppo lentamente né troppo in fretta. Anno dopo anno si sono aggiunti sul mercato da 40’000 a 50’000 nuovi appartamenti.

Questo è bastato a soddisfare l’enorme domanda. Contemporaneamente il numero di appartamenti vuoti è rimasto basso – sinora non si riscontrano praticamente eccessi di capacità. Il mercato è riuscito a tenere l’equilibro a livello nazionale, sebbene la crescitademografica abbia costantemente accentuato gli squilibri regionali.

Fino al 20 percento di appartamenti in più
In questi cantoni il numero di abitazioni è aumentato molto oltre la media negli ultimi dieci anni. Al primo  posto si colloca Friborgo, con un incremento del 19 percento, rispetto  ll’11 percento della media svizzera.
In questi cantoni il numero di abitazioni è aumentato molto oltre la media negli ultimi dieci anni. Al primo posto si colloca Friborgo, con un incremento del 19 percento, rispetto ll’11 percento della media svizzera.

Soprattutto a Ginevra e in altri grandi centri urbani il numero delle abitazioni costruite negli ultimi anni è insufficiente. Nel grafico sono raffigurati i cantoni con un’attività edilizia superiore alla media: al primo posto si colloca Friborgo (con la forza trainante della regione di Bulle), seguito da Zugo, Svitto e canton Argovia. Il Ticino è situato saldamente al centro: sull’intero territorio cantonale il numero di abitazioni è cresciuto del 10,4 percento negli ultimi dieci anni, appena al di sotto della media nazionale, pari all’11,2 percento. All’interno del Ticino l’edilizia è stata più vivace nella regione di Bellinzona. Perché l’atterraggio morbido riesca definitivamente, questo divario tra le regioni deboli e le regioni forti a livello di attività edilizia non deve allargarsi ancora. Ciò significa: devono infittirsi le costruzioni nel centro e deve stabilizzarsi l’offerta nelle aree urbane. In questo momento ritengo che il mercato abbia buone opportunità di riuscire nella manovra.

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