Donne: fate attenzione alla vostra previdenza per la vecchiaia

Il lavoro a tempo parziale e l’interruzione dell’attività professionale incidono sulla previdenza per la vecchiaia. Troppo spesso si dimentica che il comprovato sistema a tre pilastri funziona al meglio per i dipendenti con un certo reddito che lavorano a tempo pieno e senza periodi di pausa. Presentano invece svantaggi per le donne con interruzione del lavoro per la nascita di un figlio o riduzione del carico di lavoro. Per le donne è quindi ancora più importante iniziare presto la pianificazione previdenziale.

Colpisce principalmente persone singole o divorziate: le donne in Svizzera percepiscono rendite inferiori rispetto agli uomini. E sono colpite anche più spesso dal problema della povertà durante la vecchiaia. Per questo motivo dovrebbero iniziare la pianificazione previdenziale al più presto e prepararsi così a diverse eventualità.

Ecco i fatti

Nell’AVS, le donne e gli uomini ricevono pensioni altrettanto elevate a causa della ridistribuzione dei redditi da alti a bassi e grazie agli accrediti per compiti educativi e allo splitting dell’AVS – ne saprete di più in seguito. D’altra parte, le rendite della cassa pensioni per le donne in media ammontano solo alla metà di quelle degli uomini (circa 36’000 franchi l’anno). I motivi sono molteplici.

  • Tasso di occupazione basso: le donne rimangono lontane dal mercato del lavoro più spesso degli uomini. In media, dopo la nascita di un figlio, non svolgono attività professionali (al di fuori delle mura domestiche) per un periodo di cinque anni.
  • Lavoro a tempo parziale: attualmente il 58,6% delle donne attive lavora a tempo parziale. Secondo l’Ufficio federale di statistica (dati del 2017), per gli uomini la quota è pari appena al 17,5%. Il lavoro a tempo parziale può quindi essere definito come una caratteristica tipica dell’attività professionale delle donne. Il problema è questo: un grado di occupazione ridotto implica spesso rapporti di lavoro non sicuri, assicurazioni sociali peggiori, nonché minori opportunità di formazione e carriera.
  • Differenze salariali: anche la disparità salariale è uno dei fattori che determinano una situazione patrimoniale peggiore per le donne durante la vecchiaia. Occorre infatti tenere presente che le prestazioni del 1° pilastro (AVS) e del 2° pilastro (cassa pensioni) dipendono in primo luogo dallo stipendio. Il salario mediano delle donne è a tutt’oggi inferiore a quello degli uomini, con una differenza che nel 2016 era del 12%, rispetto al 16,6% del 2008.

E dunque, come intervenire? È opportuno considerare le seguenti misure:

AVS: evitare le lacune contributive

Il lavoro a tempo parziale comporta solitamente una riduzione delle prestazioni AVS. Solo chi ha una durata di contribuzione completa e un reddito annuo medio di 85’320 franchi riceve la rendita mensile massima di 2370 franchi, ossia 28’440 franchi l’anno. Tutti i pensionati con un reddito medio pari o inferiore a 14’220 franchi e senza lacune contributive, percepiscono la rendita minima di 1185 franchi al mese. C’è un aspetto da considerare: il reddito medio annuo rilevante è costituito non solo dal reddito da lavoro, ma anche dagli accrediti per i figli e per i compiti assistenziali ai parenti più vicini (v. sotto).
Chi presenta lacune contributive ha diritto a una rendita solo parziale. Per le rendite di vecchiaia, ogni anno di contribuzione mancante comporta una riduzione pari al 2,27%. Questa si può evitare pagando il contributo minimo annuo dell’AVS, attualmente fissato a 482 franchi. Un consiglio: richiedete alla cassa di compensazione AVS un estratto del vostro conto AVS. È possibile riscattare le lacune contributive entro cinque anni effettuando un pagamento a posteriori. Maggiori informazioni a questo link sull’AVS e a questo link sulle lacune contributive AVS.

Accrediti per compiti educativi AVS

Come già accennato, l’AVS include nel calcolo delle rendite anche gli accrediti per compiti educativi. In concreto, la cassa di compensazione attribuisce alla persona assicurata un accredito per ogni anno dedicato all’educazione di uno o più figli di età inferiore ai 16 anni. L’importo è fisso ed equivale a tre volte la rendita minima annua (attualmente 42’660 franchi). Questo importo annuo viene diviso per il numero di anni di contribuzione. Per calcolare l’ammontare della rendita di vecchiaia, la cassa di compensazione somma gli accrediti per compiti educativi al reddito da lavoro. Durante il matrimonio ciascuno dei coniugi riceve la metà dell’accredito educativo. Ai casi di genitori divorziati o non sposati si applicano disposizioni particolari. In linea di massima, se l’autorità parentale è affidata a un unico genitore, l’intero accredito educativo viene attribuito a questa persona. Maggiori informazioni sono reperibili a questo link.

Notificare gli accrediti AVS per compiti di assistenza

Gli accrediti assistenziali funzionano in maniera simile a quelli educativi. Si tratta di supplementi al reddito da lavoro determinante per la pensione, che mirano quindi a garantire una rendita più elevata a chi si occupa di parenti bisognosi di cure. Questa possibilità va soprattutto a vantaggio delle donne, che sono spesso impegnate nell’assistenza ai familiari e per questo rinunciano a un’attività lucrativa a tempo pieno.
Il calcolo viene effettuato come quello degli accrediti per compiti educativi. In concreto, la cassa di compensazione attribuisce alla persona assicurata un accredito pari a tre volte la rendita minima annua per ogni anno dedicato all’assistenza di uno o più parenti che necessitano di cure. Durante il matrimonio ciascuno dei coniugi riceve la metà dell’accredito assistenziale. Attenzione: non è possibile ricevere un accredito per compiti assistenziali se per quell’anno la cassa di compensazione calcola già un accredito educativo. Chi si occupa di parenti bisognosi di cure deve comunicarlo annualmente alla cassa di compensazione cantonale. La notifica è necessaria perché l’attribuzione degli accrediti non è automatica. Maggiori informazioni sono reperibili a questo link.

Pensioni per vedove AVS: anche le donne divorziate possono averne diritto

Proprio come la rendita di vecchiaia AVS, anche la rendita per superstiti AVS dipende dalla durata di contribuzione e dall’ammontare del reddito medio. Sono però determinanti solo i redditi assicurati della persona deceduta. Nel caso in cui quest’ultima sia morta prima di aver compiuto il 45° anno di età, viene concesso un cosiddetto supplemento di carriera. Per il calcolo della rendita per superstiti, il reddito medio viene dunque aumentato di una determinata percentuale. Se gli assicurati hanno contemporaneamente diritto a una rendita per la vecchiaia e a una rendita per superstiti, percepiscono solo la più elevata delle due. Si confrontano la rendita di vecchiaia aumentata del supplemento per vedove e la rendita per superstiti. Chi si risposa perde il diritto alla rendita vedovile. Maggiori informazioni sono reperibili a questo link.
Chi ha diritto a una rendita per vedove?

  •  Una moglie ne ha diritto se al momento del decesso del coniuge ha uno o più figli.
  • Una moglie ne ha diritto se al momento del decesso del marito ha già compiuto il 45° anno di età ed è stata sposata per almeno cinque anni (gli anni di matrimonio vengono sommati se la donna si è sposata più volte).
  • Una donna divorziata ha diritto a una rendita per vedove al decesso dell’ex-marito se ha figli e il matrimonio è durato almeno dieci anni.
  • Una donna divorziata ha diritto a una rendita per vedove anche se al momento del divorzio aveva più di 45 anni e il matrimonio è durato almeno dieci anni oppure il figlio più giovane ha compiuto 18 anni dopo che la madre divorziata ne ha compiuti 45.
  • Secondo la legge, le donne divorziate che non soddisfano queste condizioni hanno diritto a una rendita per vedove fino al 18° compleanno del figlio più giovane.

Ottimizzare il secondo pilastro

Come nell’AVS, anche nel 2° pilastro vi sono ostacoli per chi lavora a tempo parziale. Infatti, il datore di lavoro è tenuto ad assicurare i collaboratori presso la cassa pensioni solo a partire da 21’330 franchi. Pertanto, se la collaboratrice percepisce uno stipendio pari o inferiore a 21’330 franchi per il 2019, non vengono effettuati versamenti nel 2° pilastro. Esistono comunque casse pensioni che assicurano volontariamente i salari al di sotto dei valori soglia. Ma cosa fare se la cassa pensioni del datore di lavoro non prevede questa possibilità?

  • Cumulare più attività a tempo parziale per poter raggiungere la soglia di contribuzione e assicurare l’importo totale presso una cassa pensioni. Tuttavia, non tutti gli istituti di previdenza offrono questa possibilità e in alternativa il salario in questione si può assicurare volontariamente tramite l’istituto collettore LLP.
  • Effettuare versamenti ottimizzati a livello fiscale nella cassa pensioni in un momento successivo per colmare le lacune previdenziali.
  • Prolungare l’attività professionale oltre i 64 anni di età.
  • Aumentare il grado di occupazione.
  • Acquisto nella cassa pensioni (presupposto indispensabile è l’esistenza di una corrispondente lacuna di copertura e di fondi liberi).

Previdenza individuale vincolata

Per colmare le lacune previdenziali si dovrebbe utilizzare anche la previdenza vincolata, ovvero il cosiddetto pilastro 3a. Ogni persona con un reddito da lavoro soggetto all’AVS ha diritto a versare fino a un determinato importo nel pilastro 3a e a detrarre la somma dal reddito imponibile. Questa è una possibilità anche per le donne che, occupandosi dei bambini, lavorano a tempo parziale. Qui si nota però un’ingiustizia del sistema previdenziale a tre pilastri. Infatti, chi è assicurato presso una cassa pensioni (e quindi ha già una previdenza relativamente buona) può versare fino a 6826 franchi nel pilastro 3a. Chi invece non è affiliato a una cassa pensioni, perché il salario annuo è inferiore a 21’330 franchi l’anno, può versare al massimo solo il 20% dello stipendio nel pilastro 3a.

Responsabilità personale

Che siate impiegate o no come donna, sposate o conviventi con un partner, o che alleviate i vostri figli: per rimanere finanziariamente indipendenti, dovete occuparvi per tempo della vostra previdenza personale.

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