Perché cercare lontano?

Vorrei investire nei mercati emergenti per partecipare alla loro crescita. Ma mi riesce difficile trovare opportunità interessanti. Che cosa mi consiglia?

Il successo economico dei paesi emergenti è semplicemente strepitoso. Basta osservare il grafico qui a fianco. In appena sei mesi la crescita del prodotto interno lordo cinese eguaglia il Pil dell’intera Svizzera! Nel 2011 il paese ha inoltre preso il posto del Giappone come seconda economia al mondo. Quest’anno il Brasile supererà la Gran Bretagna e, presto, anche la Francia, arrivando così a diventare il numero cinque al mondo. La Russia, a sua volta, sta per passare avanti all’economia italiana.

Come partecipare a un simile boom? Forse investendo in società tra cui Icici Bank, Ping An Insurance o Tatneft, delle quali pochi hanno sentito parlare? Un’ampia diversificazione è d’obbligo soprattutto sui mercati emergenti. Invece di acquistare singoli titoli, è dunque consigliabile optare per uno dei fondi specializzati nei mercati emergenti.
Ma c’è un’altra possibilità, proprio dietro l’angolo, per beneficiare della crescita di queste regioni.

È difficile trovare un altro paese, oltre alla Svizzera, con un numero così elevato di blue chips, affermate su questi mercati. La borsa svizzera offre in un certo senso il vantaggio di “giocare in casa”.

L’impennata della Cina
Andamento del prodotto interno lordo in miliardi di dollari.
Andamento del prodotto interno lordo in miliardi di dollari.

Prendiamo l’esempio di Nestlé: oggi il colosso multinazionale realizza un fatturato di oltre 30 miliardi di franchi sui mercati emergenti. Grazie a tassi di crescita a due cifre, ben presto quasi la metà delle entrate di Nestlé proverrà da queste regioni. Tra le azioni dello Swiss Market Index (SMI) Holcim registra la quota più alta del fatturato sui mercati emergenti, pari al 60 percento circa. Altre punte di diamante dello SMI per i mercati emergenti sono ABB, Givaudan, Richemont, SGS, Swatch e Syngenta, che conseguono un terzo del fatturato nelle regioni in questione. Inoltre queste azioni presentano una valutazione solida e i bilanci sono sani.

Ecco perché tiro in ballo Goethe quando, in una sua poesia, ci invita a non cercare lontano una possibile felicità vicina. Non è ancora troppo tardi per posizionarsi su questi mercati: il boom durerà a lungo. Si prevede che già quest’anno la Cina rubi agli Stati Uniti lo scettro di maggiore paese importatore. Entro il 2030 il ceto medio nei mercati emergenti conterà due miliardi di persone. Per le nostre esportazioni si aggiungono dunque circa 100 milioni di potenziali acquirenti – naturalmente ogni anno.

Come investire sui mercati emergenti? Partecipate alla discussione!

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