I mercati azionari statunitensi stanno vivendo una primavera nera. L’indice tecnologico Nasdaq scivola in un mercato ribassista.
Dopo aver recuperato gran parte delle perdite provocate dall’invasione russa dell’Ucraina, i mercati azionari USA hanno registrato in aprile un nuovo brusco calo. Lo scorso mese l’indice di riferimento statunitense S&P 500 ha perso quasi il 10%. Complessivamente, le perdite nei primi quattro mesi sono del 14% circa, ciò che corrisponde all’inizio d’anno più debole dal 1939. Le azioni tecnologiche hanno accusato un colpo ancora più duro. Dopo una perdita mensile di circa il 13% nel solo mese di aprile, la performance negativa del Nasdaq Composite ha presentato un calo di oltre il 20% nei primi quattro mesi dell’anno. L’indice tecnologico più importante del mondo è così precipitato in un mercato ribassista.
Scivolone delle mega cap
In aprile sono state soprattutto le mega cap come Amazon, Google o Apple a causare i fiacchi risultati dei titoli tech. Nel corso dell’anno hanno funto per un lungo periodo da sostegno, ammortizzando a livello di indice le talvolta ingenti flessioni dei titoli capitalizzati di minore entità. Nelle ultime settimane, però, anch’esse hanno cominciato a barcollare e hanno perso per certi versi molto terreno. La quotazione del gigante dell’e-commerce e del cloud Amazon, ad esempio, è crollata del 14% venerdì scorso dopo la presentazione di deludenti risultati aziendali. Pur presentando un risultato positivo, Apple, il gruppo di maggior valore al mondo con una capitalizzazione di borsa di oltre 2500 miliardi di dollari, ha allarmato gli investitori con una prospettiva prudente. La correzione più dura è stata quella subita dal pioniere dello streaming Netflix, uno dei maggiori beneficiari della pandemia: dopo l’annuncio di un calo del numero di abbonati per la prima volta in oltre 10 anni, la quotazione azionaria è crollata di circa il 40%. A regalare uno spiraglio di luce in termini numerici è stato Microsoft. L’attività cloud va alla grande, le prospettive sono ottime. Tuttavia, a seguito dell’atmosfera generale di svendita, anche le azioni Microsoft hanno chiuso il mese di aprile con un calo di oltre il 12%.
Crescenti preoccupazioni per la congiuntura
Alla luce di un’inflazione ancora estremamente elevata, i mercati sono sempre più in preda al timore che la Federal Reserve statunitense sia costretta a inasprire la politica monetaria con più rapidità e aggressività rispetto a quanto previsto. Ciò potrebbe ripercuotersi negativamente sull’andamento congiunturale e compromettere l’auspicato «soft landing» dell’economia statunitense. Nel primo trimestre fino a oggi le imprese statunitensi hanno ampiamente superato le aspettative relative all’andamento dei profitti e del fatturato. Circa l’80% delle imprese che hanno finora riferito i loro risultati ha superato le aspettative di profitto degli analisti. In termini di fatturato, il 70% circa. I risultati sono in gran parte buoni, mentre le prospettive scettiche suscitano incertezze.
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