Fallimenti in forte aumento

Dopo due anni nettamente al di sotto della media, nel 2022 il numero dei fallimenti è aumentato di molto. Un andamento dovuto anzitutto al contesto congiunturale, sempre più cupo, ma che non da ultimo è anche un effetto tardivo del generoso sostegno fornito dallo Stato durante la pandemia.

Con l’insorgenza della pandemia di Covid-19 nella primavera del 2020, il Consiglio federale ha temuto che le misure volte a contenere il coronavirus (chiusure di negozi, bar e ristoranti, divieto di svolgere manifestazioni, ecc.) potessero tradursi in un’ondata di fallimenti di piccole e medie imprese (PMI). Per attenuare questo rischio, nel giro di 2 settimane è stato creato dal nulla il più grande programma di aiuti economici della storia della Svizzera: il governo ha concesso alle PMI una garanzia di credito per un massimo complessivo di 40 miliardi di franchi. Richiedere un credito Covid-19 fino a 500 000 franchi era una procedura semplice, senza grandi trafile. In aggiunta, il tasso d’interesse era dello 0% (dal 1° aprile 2023 è stato aumentato all’1,5%). I crediti di importi piuttosto elevati erano invece soggetti a controlli più severi e una piccola parte di essi era anche garantita dalla banca emittente.

Il più grande programma di aiuti economici della storia della Svizzera è stato un grande successo

Il programma è stato un grande successo: tra il 26 marzo e la fine di luglio 2020 sono stati concessi circa 138 000 crediti Covid-19 per un importo pari all’incirca a 17 miliardi di franchi. Si è trattato quasi esclusivamente di crediti garantiti dalla Confederazione per un ammontare fino a 500 000 franchi. E la temuta ondata di fallimenti non si è verificata. Anzi: il numero dei fallimenti negli anni della pandemia 2020 e 2021 è stato alla fine nettamente inferiore alla media registrata nel periodo 2017-2019.

È pur vero che i prestiti erogati in tempi celeri e senza grandi iter burocratici hanno aiutato molte imprese sane a superare quel difficile periodo, ma ci sono stati anche degli abusi. E un ulteriore rovescio della medaglia: hanno potuto usufruire di aiuti statali anche delle imprese che erano sull’orlo della rovina per cause diverse dall’«emergenza Covid». Il fallimento di queste cosiddette società «zombie» è stato artificialmente ritardato con il generoso sostegno elargito dallo Stato. Ecco perché si può presumere che il numero dei fallimenti continuerà a crescere.

Fallimenti in aumento anche nell’immediato futuro

I dati sui fallimenti avviati nel 2022 mostrano un’inversione di tendenza: il loro numero è alquanto superiore alla media 2017-2019. Nelle grandi regioni si osservano notevoli differenze: gli scostamenti più marcati rispetto al valore nazionale si registrano nel Ticino e nella Svizzera centrale (Canton Lucerna). In queste regioni vi è stato un forte aumento dei fallimenti. Sulle sponde del Lago di Ginevra, invece, il numero di fallimenti è ancora nettamente al di sotto della media. A spiegare queste differenze è in certi casi la diversa struttura economica. Nel corso dell’anno prevediamo un ulteriore aumento dei fallimenti a seguito delle difficili condizioni quadro economiche nonché della scrematura, ancora in atto, delle imprese «zombie».

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Scostamento del numero di fallimenti avviati rispetto alla media 2017-2019 (in percentuale)

Fonte: Ufficio federale di statistica

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