Nell’ambito della previdenza vi sono notevoli opportunità di risparmio e ottimizzazione fiscale. Anche per quanto riguarda famiglia, unione domestica registrata ed eredità vi diamo alcuni consigli su come ridurre l’onere fiscale.
Con un’accurata pianificazione nell’ambito della previdenza professionale (secondo pilastro del sistema previdenziale svizzero) e del risparmio privato (terzo pilastro) potete risparmiare diverse decine di migliaia di franchi sulle imposte. Sono lieto di introdurvi ai principali temi riguardanti l’ottimizzazione.
Pilastro 3a o cassa pensione?
È meglio versare i propri risparmi nella cassa pensione o nel pilastro 3a? Per le persone più giovani la risposta è chiara: la priorità va data al terzo pilastro. Questo perché un eventuale mancato versamento in un dato anno non può più essere recuperato. Nel secondo pilastro, invece, è possibile scegliere il momento del riscatto in modo flessibile. Per la maggior parte delle persone conviene pertanto effettuare versamenti nella cassa pensione a partire dai 50-55 anni. Ciò vale soprattutto per le persone con un reddito elevato e per i genitori i cui figli diventano adulti (decadenza della deduzione per i figli). In entrambi i casi, i versamenti nella cassa pensione contribuiscono a interrompere la progressione fiscale.
Calcolate il vantaggio fiscale del pilastro 3a
Grazie al risparmio fiscale, il pilastro 3a da solo offre un rendimento netto del 2,74 percento l’anno. Questo calcolo si riferisce a una persona sola a Basilea con un reddito lordo di 100 000 franchi e versamenti annui pari a 3000 franchi su un arco di 20 anni. Se nel 2018 versate 3000 franchi, questo 2,74 percento corrisponde già a un risparmio fiscale di 862 franchi e di 17 240 franchi sull’intero periodo. Il reddito da interessi del conto di previdenza (attualmente dello 0,4 percento presso la Banca Migros) non è nemmeno incluso.
Il vantaggio fiscale offertovi dal pilastro 3a dipende molto dal domicilio e dalla vostra situazione reddituale. Potete individuarlo con il nostro calcolatore online: Calcolare il mio risparmio fiscale 3a
Vantaggi fiscali grazie a una generosa cassa pensione
Normalmente datore di lavoro e impiegato finanziano ognuno per metà i versamenti nella cassa pensione. Questi contributi di risparmio versati alla cassa pensione sono deducibili dal reddito imponibile. Poiché sono già detratti dal reddito netto indicato nella dichiarazione d’imposta, spesso non vengono affatto percepiti come un’agevolazione fiscale.
Le aziende particolarmente generose vanno oltre il minimo legale a proprie spese, prevedendo maggiori contributi di risparmio nelle soluzioni delle loro casse pensioni. Anche questi ulteriori contributi sono esentasse. Da un punto di vista fiscale, i datori di lavoro con elevati contributi alla cassa pensione sono particolarmente allettanti.
Interrompete la progressione fiscale
Oltre ai contributi direttamente versati dal datore di lavoro, potete versare un’ulteriore parte dei vostri risparmi nella cassa pensione. Tali versamenti supplementari migliorano le prestazioni di vecchiaia. Sono possibili a condizione che vi sia una lacuna di riscatto. La somma di riscatto massima ammessa nella vostra cassa pensione è indicata nel certificato di previdenza annuo.
Prima di optare per un riscatto occorre in ogni caso verificare la qualità della cassa pensione (grado di copertura, ammontare del tasso di interesse e di conversione ecc.). Se effettuate riscatti nella cassa pensione, distribuiteli possibilmente su più anni per interrompere la progressione fiscale in modo particolarmente efficace. Importante: dopo un riscatto vi è un periodo di blocco di tre anni durante il quale non è possibile prelevare alcun capitale dalla cassa pensione.
Il pensionamento flessibile conviene da un punto di vista finanziario
Proseguire l’attività lucrativa oltre l’età ordinaria di pensionamento è allettante da un punto di vista finanziario. In primo luogo, il percepimento della rendita AVS può essere rinviato di al massimo cinque anni, contrastando la progressione fiscale. In secondo luogo, la rendita AVS che si percepirà in seguito salirà fino a un massimo del 31,5 percento (cfr. Opuscolo AVS «Riscossione flessibile della rendita»). Posticipare la riscossione della rendita conviene tuttavia solo in caso di elevata aspettativa di vita. In terzo luogo, è possibile (anche con un grado di occupazione ridotto) effettuare versamenti nel pilastro 3a fino al massimo cinque anni dopo il raggiungimento dell’età di pensionamento – e ciò riduce l’imposta sul reddito.
Scaglionate i prelievi del vostro capitale di previdenza
I versamenti di capitale dalla cassa pensione e dal pilastro 3a vengono tassati separatamente dal reddito e ad un’aliquota ridotta. Ciò si traduce però in un elevato onere fiscale – soprattutto se nello stesso anno vengono prelevati fondi del pilastro 3a e capitale del secondo pilastro. Tale effetto può tuttavia essere mitigato: i coniugi dovrebbero scaglionare nel tempo i prelievi del capitale della cassa pensione e dei fondi del pilastro 3a affinché cadano su diversi anni fiscali. A tutte le persone, indipendentemente dal loro stato civile, si consiglia di aprire più conti di previdenza del pilastro 3a, poiché in età avanzata il capitale per ogni conto deve essere riscosso in un unico pagamento. Se disponete di più conti, potete scaglionare i prelievi di capitale. Potete chiudere i singoli conti in modo flessibile durante un periodo di cinque anni. Spesso ciò si traduce in risparmi fiscali nell’ordine di svariate migliaia di franchi (cfr. al riguardo il nostro precedente contributo di blog sulla Pianificazione della pensione a 60 anni).
Pianificazione ottimale dei prelievi degli averi di libero passaggio
Chi va in pensione può versare il capitale della cassa pensione su un conto o un deposito di libero passaggio. La tassazione ha luogo soltanto al momento del prelievo, separatamente dal reddito e a un’aliquota ridotta. Poiché gli averi di libero passaggio possono essere riscossi fino a cinque anni prima e cinque anni dopo il raggiungimento dell’età ordinaria di pensionamento AVS, è spesso consigliabile dal punto di vista fiscale effettuare un prelievo successivamente. Soprattutto se l’avere di libero passaggio è investito in titoli e genera quindi un rendimento maggiore rispetto al conto; per l’intera durata non vengono tassati né il patrimonio né i redditi.
In caso di prelievo anticipato dell’avere di libro passaggio – a causa di una cessazione volontaria o non volontaria dell’attività lucrativa prima della data di pensionamento più prossima – occorre assicurarsi che l’avere di libero passaggio venga versato in due istituti di libero passaggio separati. Entrambi gli averi possono così essere prelevati in modo scaglionato in diversi anni. Nella maggior parte dei casi ciò consente di risparmiare sulle imposte.
Un prelievo parziale del capitale è possibile in caso di prelievo anticipato per la promozione della proprietà d’abitazioni e di partenza definitiva dalla Svizzera. Se è interessante o meno dal punto di vista fiscale dipende dalla prassi del cantone di residenza.
Capitale o rendita? Un mix di entrambi è spesso la migliore soluzione
Chi si fa versare l’avere della cassa pensione sotto forma di prelievo unico del capitale è più avvantaggiato da un punto di vista puramente fiscale. La relativa aliquota fiscale ammonta infatti di regola a circa il 10 percento, anche se esistono notevoli differenze da un cantone all’altro. Una rendita deve invece essere interamente tassata come reddito. Nonostante ciò, la maggior parte dei futuri pensionati opta per quest’ultima soluzione, poiché una rendita garantisce un reddito fisso per il resto della vita. Con un prelievo parziale del capitale si possono abbinare i vantaggi di entrambe le soluzioni.
Occorre tuttavia tenere presente che, secondo la prevista riforma delle prestazioni complementari (PC), il prelievo di capitale dovrebbe essere vietato nella parte obbligatoria della previdenza professionale (salari fino a CHF 84 600).
Enormi differenze nell’imposizione delle famiglie
Per le famiglie con un reddito piuttosto basso i capoluoghi cantonali Zugo, Ginevra e Bellinzona sono i più convenienti dal punto di vista fiscale. Con un reddito di 80 000 franchi una famiglia con due bambini nel Canton Zugo paga soltanto 497 franchi di imposte. Rispetto al secondo cantone più conveniente, quello di Ginevra, dove il fisco chiede 822 franchi, vi è una differenza di 325 franchi nell’onere fiscale annuo (cfr. grafico).
Nelle città di Basilea, Berna e Neuchâtel una famiglia con due bambini paga invece da 4400 a 5400 franchi – quindi fino a circa 4900 franchi in più di Zugo.
Con un elevato reddito lordo pari a 150 000 franchi e la medesima situazione famigliare, gli oneri fiscali variano enormemente da cantone a cantone. Come si può evincere dal grafico, Zugo è ancora una volta di gran lunga più conveniente con 5570 franchi, seguito da Svitto e Appenzello Interno. I più cari sono Delémont, Neuchâtel e Basilea, dove la stessa famiglia deve sborsare fino a 20 600 franchi di imposte. È interessante notare come il posizionamento di diversi cantoni vari a seconda che si tratti di un reddito basso o di un reddito alto: per le famiglie con un guadagno piuttosto esiguo Liestal risulta essere il quinto comune più conveniente. Per le famiglie con un buon reddito questo comune figura invece al 19° posto. Esattamente il contrario accade ad esempio a Sarnen (Obvaldo): questo capoluogo cantonale si colloca al 23° posto per le famiglie con un reddito di 80 000 franchi, ma si piazza invece al 15° posto per le famiglie con un reddito di 150 000 franchi.
Sgravio fiscale fino a 12 000 franchi per figlio
Per quanto riguarda l’imposta federale, la deduzione è unitaria e ammonta a 6500 franchi per figlio. Nel raffronto cantonale, la deduzione per figli varia invece sensibilmente. A Berna ammonta a 8000 franchi. Nel Canton Zugo è ammessa una deduzione di 12 000 franchi per figlio – dopo il compimento del 15° anno di età, è addirittura pari a 18 000 franchi. Per contro, nei Cantoni Appenzello Esterno, Giura, Nidvaldo e Neuchâtel per un figlio minorenne possono essere dedotti tra 5000 e 6000 franchi. Questi oneri fiscali si riferiscono a famiglie con due figli, in cui lavora solo un genitore e i figli vengono accuditi a casa.
Le persone con doppio reddito e figli accuditi da terzi pagano molto meno tasse
Se entrambi i genitori lavorano e i figli vengono accuditi in un asilo nido o in una scuola dell’infanzia, l’onere fiscale si riduce nettamente a seconda del cantone. Nei Grigioni, ad esempio, con un reddito lordo di 120 000 franchi l’onere fiscale scende da circa 8200 a 3800 franchi. Nel Canton Berna l’onere fiscale si riduce da 11 600 a 7500 franchi. Questa grande differenza d’imposizione a livello cantonale è dovuta alla cosiddetta deduzione per l’accudimento dei figli da parte di terzi.
«Penalizzazione fiscale del matrimonio» e AVS
La discriminazione fiscale delle coppie spostate è una questione politica scottante. Nel frattempo Confederazione e cantoni hanno messo in atto diverse misure volte a mitigare la cosiddetta «penalizzazione del matrimonio». Ora esistono infatti molte situazioni in cui una coppia sposata è più avvantaggiata a livello fiscale rispetto a una coppia che vive in concubinato. In generale, vale quanto segue:
- meno una coppia guadagna, più conviene il matrimonio dal punto di vista fiscale;
- più divergono i redditi dei due partner, più conviene il matrimonio dal punto di vista fiscale.
Spesso i concubini con figli sono più favoriti. Da una parte, in alcuni cantoni beneficiano di aliquote per coniugi più convenienti, che valgono anche per le famiglie monoparentali. Dall’altra, non sono soggetti all’effetto della progressione fiscale, poiché i redditi di entrambi i genitori non vengono sommati.
Lo stato civile di una coppia ha importanti ripercussioni anche a livello di AVS: una coppia sposata percepisce una rendita massima di 3525 franchi (150 percento della rendita individuale di 2350 franchi), mentre in regime di concubinato, nel caso di due rendite individuali massime, vengono versati cumulativamente 4700 franchi. In caso di decesso di un coniuge, l’AVS versa al vedovo o alla vedova una rendita per superstiti, mentre i partner conviventi rimangono a mani vuote.
I regolari contributi al mantenimento sono deducibili
Chi versa mensilmente degli alimenti può dedurli dal reddito. Il beneficiario deve dichiararli come reddito e fa perciò valere la deduzione per figli. Ciò vale però solo fino al raggiungimento della maggiore età dei figli. In caso di prestazione in capitale unica, gli alimenti non sono fiscalmente deducibili, ma per il beneficiario sono esenti da imposte (eccezione: Canton Vallese).
Il prestito come alternativa alla donazione
Anziché un anticipo sull’eredità o una donazione i genitori possono considerare la possibilità di un prestito ai figli. Da un punto di vista fiscale, il patrimonio rimane del mutuante, che dichiara eventuali interessi come reddito. Il beneficiario (discendente) ha un debito sul lato del patrimonio e può dedurre eventuali interessi dal reddito. Il vantaggio: in caso di bisogno può essere richiesto il rimborso del prestito. È importante che venga stipulato un contratto di prestito scritto.
Il prestito, rispetto alla donazione, può anche essere vantaggioso se il capitale è destinato a partner conviventi, generi o nuore. L’aliquota fiscale per le persone prive di un legame di parentela arriva infatti fino al 50 percento. Nel caso di valori patrimoniali che si presume aumentino fortemente di valore, una consegna anticipata può essere conveniente, poiché l’aumento di valore fino alla divisione ereditaria non è più soggetto all’imposta di successione. Occorre tenere presente che alcuni cantoni prevedono un importo d’esenzione in caso di donazioni.
Verificate che le eredità non siano costituite da capitali in nero
A livello federale, esiste una procedura semplificata di ricupero d’imposta per gli eredi. In questo caso, i recuperi d’imposta, compresi gli interessi di mora, si riferiscono unicamente agli ultimi tre periodi fiscali che precedono il decesso del testatore. Questa regola si applica solo se le autorità fiscali non erano precedentemente a conoscenza di una sottrazione d’imposta del defunto e gli eredi adempiono ai propri obblighi di collaborazione (inventario successorio completo).