Swiss flag waving and tourists admire the peaks of Jungfrau mountain on a Mannlichen viewpoint, Bernese Oberland Switzerland

Il federalismo non ha funzionato

La pandemia di coronavirus ha rivelato le difficoltà del federalismo svizzero in tempi di crisi. Tuttavia, in linea di principio il sistema federale non dovrebbe essere messo in discussione perché la governance decentrata presenta anche molti vantaggi economici in termini di competitività.

Nella lotta contro la seconda ondata di coronavirus, il federalismo si trova sotto pressione. La struttura statale decentrata svizzera viene spesso tacciata come inadeguata a rispondere alla pandemia in maniera rigorosa e soprattutto con la necessaria rapidità. Questo malcontento nei confronti del campanilismo non è nuovo, anche se prima della pandemia si manifestava in altri terreni di conflitto.

Secondo i critici, un sistema a più livelli provocherebbe una maggiore complessità ed esternalità negative. Ad esempio, si afferma che la concorrenza federale in campo fiscale e normativo causi una rovinosa corsa al ribasso («race to the bottom») in cui le regioni più povere sono sempre più svantaggiate nella competizione per i fattori di produzione mobili. Infine, le voci a sfavore protestano contro una messa a repentaglio dello Stato sociale a causa della decentralizzazione statale. Il principio dello Stato sociale fallirebbe se i cittadini più poveri si trasferissero nei luoghi in cui i sussidi sono più elevati (ad esempio gli assegni familiari), mentre le persone più facoltose si stabilissero in luoghi dove le aliquote d’imposta sono più basse.

Ci sono punti deboli…

Tali preoccupazioni vanno prese sul serio ed è importante che vengano considerate a livello politico. Per la coesione di un Paese caratterizzato da culture e lingue diverse è essenziale che nessuna regione si senta isolata o trascurata.

Non va neppure dimenticato che in tempi di crisi le strutture federali rivelano alcune debolezze. Il coinvolgimento degli enti territoriali autonomi nel processo decisionale a livello nazionale richiede naturalmente tempo, ma questo manca nelle situazioni di crisi.

Nonostante queste disfunzioni, i principi federali presentano indiscutibilmente dei benefici, nei periodi di normalità così come durante una pandemia. Se per esempio si guarda oltre le frontiere nazionali, ci si rende conto che i successi o gli insuccessi nella lotta contro la pandemia di coronavirus non sembrano dipendere dalla struttura statale. La Francia, organizzata in modo molto centralizzato, combatte con la seconda ondata quanto, ad esempio, la decentralizzata Germania.

…ma prevalgono i vantaggi

Anche in tempi normali, il federalismo offre notevoli vantaggi. Il suo principio di sussidiarietà, vale a dire la massima per cui le decisioni devono essere prese al livello statale più basso possibile, garantisce un’elevata vicinanza tra gli attori politici e i cittadini e le loro diverse esigenze regionali.

Un ulteriore vantaggio dell’ampia autonomia dei cantoni e dei comuni risiede nella possibilità di sperimentare a livello regionale nuove idee politiche (economiche). Se un approccio si dimostra valido in un cantone, può essere replicato anche in altri. In tale contesto, il federalismo stabilisce un quadro di controllo geografico per il principio di prova ed errore, che è fondamentale per il continuo progresso. Al tempo stesso, favorisce la concorrenza delle idee. 

Come si riscontra anche nel settore economico privato, i prodotti e i servizi migliori emergono dalla concorrenza di tante aziende. Ciò non è diverso in campo politico, come dimostrano diversi studi. Per esempio, una struttura federale ha in genere un effetto disciplinante sulle finanze pubbliche e sulle dimensioni del settore pubblico. Gli enti locali con un’organizzazione più federale presentano tendenzialmente debiti, entrate e spese inferiori e, di conseguenza, una quota d’incidenza della spesa pubblica più bassa.

A ciò si aggiunge il fatto che il federalismo della concorrenza svizzero non va a scapito della performance e crescita economica dei cantoni. Contrariamente a quanto spesso supposto, esiste un nesso positivo tra concorrenza fiscale e sviluppo economico.

Questo legame è dimostrato anche a livello internazionale: quanto più uno Stato è decentrato, tanto maggiore è in genere la sua efficienza economica. Ciò si riflette inoltre nel prodotto interno lordo pro capite (PIL/capite), che è generalmente accettato come un indicatore della prosperità di una nazione.

Graphic: Federalism promotes prosperity

Un quadro analogo si presenta quando si considera la competitività. La concorrenza delle idee tra i livelli autonomi di uno Stato comporta anche un aumento della forza concorrenziale complessiva dello Stato federale sovraordinato. 

Graphic: The decentralized organization of the State as a factor of competitiveness

Il fattore di successo non deve essere compromesso

Visti gli effetti positivi del federalismo su governance, competitività e prosperità delle singole regioni, la pandemia non dovrebbe in alcun caso indurre a minarne le fondamenta. Al contrario, la crisi dovrebbe essere sfruttata per perfezionare il federalismo, anche nel settore sanitario. Si potrebbe ad esempio prevedere un coordinamento intercantonale più istituzionalizzato in caso di pandemia, una politica ospedaliera più coordinata o una compensazione delle prestazioni sulla base delle diverse capacità mediche. Il fatto che tale ripartizione sia possibile senza al contempo abbandonare i principi federali è dimostrato dai meccanismi di compensazione finanziaria nazionale. Essendo uno dei principali fattori di successo della Svizzera, in linea di principio anche durante la pandemia di coronavirus il federalismo non può essere messo in discussione. Occorre invece rafforzarlo in vista del periodo post-crisi.

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