Come leggere il certificato previdenziale

Gran parte del nostro patrimonio è collocato nella cassa pensioni, quindi vale la pena di comprendere bene il proprio certificato di previdenza, soprattutto in queste fasi di turbolenze. La nostra guida vi aiuta a decifrare queste importante documento.

In primavera tutti i dipendenti ricevono il certificato di previdenza, ma molti lo mettono in un cassetto senza neppure leggerlo, di certo pensando che in quella giungla di cifre non riescono a districarsi. Ma è un errore! Con la cassa pensioni c’è in ballo parecchio denaro, quindi è fondamentale sapere a quanto ammonta il proprio patrimonio e quale rendita è legittimo attendersi al momento opportuno. Ecco perché vi mostriamo che cosa significano le cifre dell’attestato, limitandoci volutamente a quelle principali.

Vorsorgeausweis-Teil-1-it1. Lo stipendio annuo lordo comprende la tredicesima, lo straordinario e le indennità. Verificate che queste componenti siano considerate.

2. Ai fini della cassa pensioni è rilevante lo stipendio LPP (l’abbreviazione sta per legge sulla previdenza professionale). Ottenete lo stipendio LPP deducendo dallo stipendio annuo la cosiddetta deduzione di coordinamento, pari a 24 675 franchi. L’importo corrisponde ai 7/8 della rendita massima AVS di 28 200 franchi. La deduzione di coordinamento si applica perché una parte della rendita per la vecchiaia è già coperta dall’AVS.
Lo stipendio massimo LPP ammonta a 59 925 franchi. Per la parte che supera tale cifra la cassa pensioni non deve attenersi al tasso d’interesse minimo stabilito dalla LPP e al tasso di conversione (v. punto 7). La remunerazione potrebbe dunque essere inferiore.

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3. Il capitale di risparmio include tutti i contributi pagati dal lavoratore e dal datore di lavoro, inclusi gli interessi. Questo capitale può essere a sua volta suddiviso in una parte obbligatoria e in una sovraobbligatoria. La prima si basa sui contributi nell’ambito della LPP obbligatoria, fino allo stipendio massimo LPP. I contributi per la parte dello stipendio superiore a 59 925 franchi confluiscono invece nella quota sovraobbligatoria, che a seconda della cassa pensioni ha un rendimento inferiore a quello stabilito dalla LPP.

4. Il contributo di risparmio annuo dipende dall’età del lavoratore: a partire da 25 anni ammonta al 7 percento dello stipendio assicurato, da 35 al 10 percento, da 45 sale al 15 percento e da 55 anni arriva al 18 percento. Il datore di lavoro è tenuto a pagare almeno la metà, ma numerose aziende scelgono di pagare di più.

5. La quota di rischio varia a seconda della cassa pensioni. Di norma ammonta al 3 percento dello stipendio. Questo contributo serve a finanziare l’eventuale rendita d’invalidità e, in caso di decesso, una rendita per il coniuge o una rendita per orfani.

6. Il presunto avere di vecchiaia al pensionamento corrisponde a una calcolo ipotetico, nel quale sono compresi gli interessi. Nel calcolo si presuppone che lo stipendio attuale rimanga costante. Nel nostro esempio la remunerazione corrisponde all’attuale tasso minimo LPP dell’1,75 percento. Alcune casse pensioni applicano un tasso d’interesse superiore, che può fare una notevole differenza: al 3 percento l’avere di vecchiaia aumenterebbe di circa 50 000 franchi.

7. Per calcolare la presunta rendita di vecchiaia l’avere di vecchiaia viene moltiplicato per il cosiddetto tasso di conversione. Nel nostro esempio abbiamo utilizzato il tasso attuale LPP del 6,8 percento. Con un tasso di conversione del 6,0 percento, che il Consiglio federale propone per la riforma previdenziale del 2020, la rendita di vecchiaia scenderebbe a 18‘100 franchi. Per la quota sovraobbligatoria del capitale di risparmio le casse pensioni utilizzano già oggi in prevalenza tassi di conversione più bassi del 6,8 percento.

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8. Tra le altre voci importanti del certificato di previdenza si annovera il prelevamento anticipato consentito per l’acquisto della proprietà abitativa. È importante anche l’importo massimo per un riscatto facoltativo della cassa pensioni, che va ad aumentare la rendita di vecchiata ed è deducibile dal reddito imponibile.

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