Wheat circles on a field

Sta per iniziare un nuovo superciclo delle materie prime?

Una serie di fattori suggeriscono un mercato delle materie prime in ascesa. Tuttavia, non indicano un superciclo pluriennale per tutte le materie prime. 

Dall’inizio dell’anno, le quotazioni delle materie prime hanno nuovamente registrato un notevole aumento su tutta la linea. In alcuni casi, hanno superato gli indici azionari. I prezzi del petrolio superano di nuovo i 60 dollari e i metalli industriali, come il rame e il minerale di ferro, sono scambiati ai livelli più alti degli ultimi anni. Circolano già voci che proclamano l’inizio di un nuovo superciclo delle materie prime, ossia di un periodo pluriennale (lungo di solito circa un decennio) di aumento della domanda che supera l’offerta. Queste sottolineano, tra l’altro, che le misure di stimolo globali attribuiscono maggiore importanza alla creazione di posti di lavoro e alla sostenibilità ambientale che al controllo dell’inflazione. 

Il prezzo del petrolio è notevolmente aumentato

Graphic: Oil has risen sharply in price

La ripresa dei prezzi, che si protrae dal mese di novembre, è stata spinta principalmente dalla svolta nei vaccini, dal taglio della produzione da parte del gruppo «OPEC+» e dalla domanda cinese, il maggiore acquirente mondiale di materie prime. L’aumento dei prezzi è stato sostenuto anche dalla ripresa economica. A questa si aggiungono la debolezza del dollaro e il crescente appetito degli investitori per le attività cicliche, alimentato dalla politica monetaria ultraespansiva e dai massicci stimoli fiscali a livello mondiale.

Rally o superciclo?

È difficile fare di ogni erba un fascio. Ma molte materie prime hanno in comune il fatto di essere necessarie per le prime fasi dei processi di produzione economica, compresi i prodotti finiti e gli alimenti. Il seguente grafico indica l’andamento dei prezzi delle materie prime, che sono rappresentativi dell’energia, dei metalli industriali e dell’agricoltura. I forti aumenti di prezzo dal livello minimo della pandemia riflettono l’aspettativa di un aumento significativo della domanda sulla scia della ripresa economica globale e, di conseguenza, i relativi tassi d’inflazione più elevati nell’anno in corso. La domanda è anche alimentata dall’inondazione di liquidità che fluisce nell’economia grazie ai programmi di aiuto pandemico del valore di miliardi.

I timori inflazionistici sostengono il rally delle materie prime

Chart: Inflation fears support commodity rally

Per l’anno in corso si prevede una solida ripresa dell’economia mondiale del 5,5%. L’accelerazione globale della crescita e gli immensi pacchetti congiunturali sostengono o stimolano la domanda e i prezzi nei mercati delle materie prime. La Banca Migros vede tuttavia nell’aumento dei prezzi una ripresa ciclica. Riteniamo prematuro proclamare già il prossimo superciclo delle materie prime. Uno sguardo al passato dimostra, ad esempio, che un superciclo si verifica di solito solo una volta sull’arco di alcuni decenni. 

I supercicli si verificano raramente

Negli ultimi 120 anni, ci sono state solo quattro ampie fasi di boom nei mercati delle materie prime. Ognuna di queste fasi di boom è stata caratterizzata da una forza motrice unica. Due di questi sono riconducibili alla ripresa del dopoguerra e uno allo shock petrolifero degli anni Settanta. La fine dell’ultimo superciclo risale a soli dieci anni fa circa. Tra il 2000 e il 2011, i mercati delle materie prime hanno registrato un boom, interrotto solo brevemente dalla crisi finanziaria del 2008, soprattutto sulla scia della rapida ascesa della Cina come potenza economica mondiale e della sua celere industrializzazione. A posteriori, i supercicli sono facili da identificare, ma riconoscere l’inizio di un nuovo boom decennale è molto più difficile.

Sebbene il mondo si stia evolvendo verso un’economia senza carbonio grazie all’aumento dell’uso delle energie rinnovabili e all’ammodernamento delle industrie ad alta intensità energetica, attualmente manca una spinta paragonabile a quella dei precedenti supercicli. È vero che una politica climatica decisa può stimolare la domanda di metalli importanti come il rame, il nichel, il cobalto e il litio. Queste materie prime vengono infatti utilizzate per un’infrastruttura a basse emissioni di carbonio. Ma le transizioni nel settore dell’energia di solito richiedono decenni. Solo quando misure concrete per la transizione energetica saranno attuate su vasta scala, la domanda potrà aumentare in maniera consistente.

I settori delle materie prime, che sono stati colpiti più duramente dalla pandemia, registreranno probabilmente una buona performance quest’anno. Tra questi figurano, ad esempio, i mercati dell’energia, che dovrebbero beneficiare di una crescente mobilità una volta che le persone si sentiranno di nuovo più sicure grazie alle vaccinazioni contro il coronavirus e le restrizioni dovute al Covid-19 saranno revocate. In generale, tuttavia, la Banca Migros si aspetta che i prezzi sui mercati delle materie prime si sviluppino più modestamente rispetto agli ultimi mesi. In alcuni casi potrebbero verificarsi anche delle battute d’arresto. Riteniamo che alcuni dei fattori che hanno alimentato l’ultimo rialzo delle materie prime siano solo temporanei e non siano fondamentali per un nuovo superciclo.

Forte dipendenza dalla congiuntura cinese

Ciò riguarda in particolare la domanda proveniente dalla Cina. La Repubblica popolare, ad esempio, è protagonista di una buona metà della domanda mondiale di acciaio, nichel, rame e alluminio. Inoltre, in molti settori la Cina è uno dei maggiori produttori o trasformatori di materie prime e incide quindi notevolmente anche dal punto di vista dell’offerta sui prezzi del mercato mondiale. Lo scorso anno, la rapida ripresa economica nel gigantesco impero dell’Estremo Oriente è stato il fattore chiave che ha guidato la domanda di materie prime. Tuttavia, la ripresa economica della Cina ha avuto luogo principalmente grazie a un pacchetto fiscale del valore di miliardi, che prevedeva investimenti sproporzionatamente elevati nel settore edile e infrastrutturale ad alta intensità di risorse. 

Secondo le nostre previsioni, quest’anno l’economia cinese registrerà una solida crescita dell’8,2%. Ma Pechino ha già iniziato a ridimensionare una parte dei suoi programmi di stimolo, che ha utilizzato per rilanciare l’economia a causa della pandemia. Lo slancio di queste misure congiunturali si attenuerà nell’anno in corso. Al momento non ci sono segnali di un ulteriore pacchetto congiunturale di portata simile. Pertanto, intravediamo dei rischi di una battuta d’arresto per le materie prime che sono più dipendenti dalla Cina, in particolare per alcuni metalli di base. A più lungo termine, Pechino vuole allontanarsi dal modello di crescita finora guidato dagli investimenti e andare più verso un’economia dei servizi e dei consumi. Questa trasformazione in futuro dovrebbe portare a un rallentamento della crescita della domanda di materie prime. 

Meno difficoltà di approvvigionamento

Attualmente gli investimenti nel settore delle materie prime saranno pure a livelli bassi, ma è improbabile che perciò il rialzo dei prezzi si trasformi in un superciclo pluriennale ad ampia base. Molte materie prime, infatti, erano e sono abbondanti, compreso il petrolio greggio. L’eccesso di offerta ha mantenuto bassi i prezzi delle materie prime nell’ultimo decennio. L’attuale rally nei mercati dei metalli è in parte dovuto alle interruzioni delle attività minerarie in America Latina e in altre grandi regioni minerarie, dovute alla pandemia. Tale rischio dovrebbe affievolirsi sempre di più. Le difficoltà di approvvigionamento causate dalle interruzioni nelle catene di fornitura si attenueranno con il ritorno alla normalità dell’economia e con il progredire delle vaccinazioni. Inoltre, nuove capacità arriveranno di nuovo sul mercato in futuro. Per alcuni metalli di base potrebbe presto verificarsi un’ulteriore eccedenza dell’offerta. 

Contributi analoghi