Le rendite AVS diminuiranno nel 2017?

La previdenza per la vecchiaia è messa alle strette. L’anno prossimo le rendite AVS potrebbero diminuire per la prima volta. Lo dimostra una proiezione elaborata dalla Banca Migros. Questa riduzione comporterebbe inoltre un taglio alle prestazioni del secondo e terzo pilastro.

Quando si incontreranno prossimamente, i membri della Commissione federale AVS/AI dovranno decidere su una questione molto delicata: le rendite AVS diminuiranno nel 2017? Sarebbe una prima assoluta per la Svizzera: da quando è stata introdotta l’AVS nel 1948, le rendite sono sempre aumentate.

Il fatto che sia in discussione un taglio dipende dal cosiddetto indice misto, che dal 1980 è determinante per il calcolo delle rendite. L’indice considera per metà l’inflazione e per metà l’evoluzione delle retribuzioni nominali. Ogni due anni serve per ricalcolare le rendite minime e massime dell’AVS, che ammontano rispettivamente a 1175 e 2350 franchi al mese (per le coppie sposate il massimo è di 3525 franchi).

In base a questo indice misto, nel 2017 le rendite dovrebbero diminuire, come risulta da una proiezione elaborata dalla Banca Migros.

Persino secondo ottimistiche previsioni sull’inflazione e sull’evoluzione dei salari, la rendita minima scenderà quindi a 1170 franchi, la massima a 2340 franchi. Per ogni beneficiario di rendita significa una riduzione annua compresa tra 60 e 120 franchi. Complessivamente le somme versate dall’AVS e dall’AI diminuirebbero così di oltre 200 milioni di franchi l’anno.

L’inflazione modesta trascina al ribasso le rendite AVS
L’inflazione modesta trascina al ribasso le rendite AVS
Attualmente la rendita massima dell’AVS ammonta a 2350 franchi al mese. L’evoluzione delle rendite dipende per metà dall’inflazione e per metà dall’andamento delle retribuzioni.

Con le rendite AVS diminuirebbero anche le prestazioni nel secondo e nel terzo pilastro, che sono direttamente collegate. In concreto, dovrebbe essere ad esempio ridotto il salario massimo assicurato nel regime obbligatorio della previdenza professionale. Altrettanto dicasi per l’importo che può essere versato nel pilastro 3a. Il salario AVS serve inoltre come parametro per numerosi calcoli nell’assicurazione invalidità, infortuni e indennità giornaliera di malattia.

La decisione della Commissione AVS/AI arriva in un momento politicamente delicato.

Infatti, in settembre si svolgerà il referendum sull’iniziativa popolare «AVSplus», lanciata dai sindacati, che vuole introdurre un aumento generalizzato delle rendite del 10 percento. Se la Commissione chiede un taglio a partire dal 2017, il conseguente scontento aumenterà le probabilità di successo dell’iniziativa.

Per questo motivo la Commissione potrebbe chiedere al Consiglio federale di rinunciare a una riduzione a prescindere dall’indice misto. Questa possibilità è contemplata dalla legge sull’AVS, anche se sinora non è stata mai utilizzata.

Tuttavia ciò solleva una difficile questione: l’indice misto deve essere «congelato» sul livello attuale ed essere reintrodotto più avanti in caso di un aumento come avveniva sinora? Oppure il Consiglio federale deve modificare il metodo di calcolo dell’indice misto per impedire una diminuzione delle rendite? In concreto il peso dell’inflazione nell’indice potrebbe essere ridotto, aumentando quello dell’evoluzione dei salari, in modo che il nuovo calcolo consenta di mantenere la rendita minima sugli attuali 1175 franchi. Se la composizione dell’indice venisse così modificata, anche in futuro le rendite AVS aumenterebbero di più di quanto avvenuto sinora, poiché i salari nominali crescono più in fretta dell’inflazione (v. grafico).

Se, invece, il Consiglio federale mantiene l’attuale indice misto e decide una riduzione delle rendite, il sistema previdenziale potrebbe essere finanziariamente sgravato.

Lo scorso anno le uscite dell’AVS hanno superato le entrate di 580 milioni di franchi. Nei limiti del possibile, gli esponenti del Governo terranno conto anche del fatto che negli ultimi dieci anni le rendite AVS sono sempre risultate troppo elevate a causa di previsioni errate. Secondo la nostra analisi, dal 2007 l’AVS ha pagato complessivamente 2,1 miliardi di franchi in più rispetto a quanto sarebbe risultato dall’andamento dell’indice misto. Maggiori informazioni in proposito sono pubblicate qui.

La decisione sulle rendite AVS per il 2017 segna l’inizio di una serie di importanti orientamenti per il nostro sistema previdenziale. Oltre alla summenzionata iniziativa «AVSplus», si aggiunge la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020. Sinora i tre pilastri hanno funzionato egregiamente. Con buon senso e una giusta dose di pragmatismo riusciremo a farne beneficiare anche le generazioni future.

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