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5 x 10 consigli fiscali 2016 – Parte 3: previdenza e pensionamento

La terza parte della nostra serie fiscale si occupa di somme importanti: infatti, con un’accorta pianificazione è possibile risparmiare tasse per diverse decine di migliaia di franchi con il secondo e il terzo pilastro. Inoltre indichiamo quanti sono i conti di previdenza accettati dal fisco.

1. Cessato allarme: abolite le restrizioni alla liquidazione dei conti 3a

I capitali prelevati dalla cassa pensioni e dal pilastro 3a sono tassati separatamente dal reddito. Viene infatti applicata un’aliquota ridotta anche se, complessivamente, il conto da pagare al fisco è salato. Succede, soprattutto, se nello stesso anno si prelevano capitali del pilastro 3a e anche del secondo pilastro. I coniugi dovrebbero dunque scaglionare nel tempo i prelevamenti del capitale della cassa pensioni e del pilastro 3a. In particolare è consigliabile aprire diversi conti di previdenza, perché possono essere liquidati in modo flessibile sull’arco di cinque anni.

Una saggia distribuzione consente infatti di risparmiare decine di migliaia di franchi di tasse in molti casi.

Alcuni cantoni hanno tuttavia cercato di limitare il numero dei conti 3a ammessi. Per esempio, l’amministrazione delle contribuzioni di Soletta voleva accettare soltanto tre liquidazioni scaglionate, ma lo scorso anno il tribunale fiscale del cantone ha dichiarato inammissibile questa limitazione con una sentenza passata in giudicato. La decisione giudiziaria ha prodotto i suoi effetti: abbiamo consultato gli uffici delle contribuzioni di tutti i cantoni e, senza eccezioni, abbiamo ottenuto la conferma che sono nuovamente accettati fino a cinque conti diversi.

2. Prelevamento dei capitali di libero passaggio dopo i 65 anni – nuova regolamentazione nella suddivisione

I capitali accumulati su un conto di libero passaggio possono essere prelevati fino a cinque anni prima o dopo l’età ordinaria AVS. Per motivi fiscali è spesso consigliabile rimandare il prelevamento, perché i proventi da interessi e dividendi sui capitali di libero passaggio non devono essere tassati come reddito. E il capitale non sottostà all’imposta sulla sostanza. A differenza del pilastro 3a, il conto di libero passaggio può essere mantenuto al di là dell’età pensionabile indipendentemente da un’attività lucrativa.

In caso di un prelevamento parziale (splitting) del capitale di libero passaggio, l’Amministrazione federale delle contribuzioni ha stabilito una prassi restrittiva nella sua circolare del mese di settembre 2014. Vi è sancito che un prelevamento di capitali in tranche è «fiscalmente irrilevante». Con un prelevamento scaglionato del capitale è presumibile che in futuro l’onere fiscale sia calcolato sull’intero capitale, quindi a un’aliquota d’imposta più elevata. Tuttavia, la prassi in materia nei vari cantoni non è ancora omogenea. Vale dunque la pena di consultare prima l’ufficio cantonale delle contribuzioni. Rimane invece ammessa una riscossione parziale del capitale nell’ambito del prelevamento anticipato per la promozione della proprietà abitativa e in caso di partenza definitiva dalla Svizzera.

3. In uno scenario di tassi bassi i vantaggi fiscali sono ancora più interessanti

Il risparmio fiscale nel pilastro 3a non è toccato dai tassi bassi. Il grafico mostra l’evoluzione del patrimonio in caso di versamento annuo di 3000 franchi per vent’anni. Il rendimento a rischio zero dovuto semplicemente alle imposte risparmiate è pur sempre pari al 2,2 percento annuo. Gli interessi maturati sul conto di previdenza – il tasso della Banca Migros è attualmente pari allo 0,6 percento – non è neppure compreso in questo calcolo. Nel 2016 il massimale concesso per i lavoratori affiliati a una cassa pensioni è di 6768 franchi. Se entrambi i partner lavorano, possono versare il doppio.

Un rendimento a rischio zero del 2,2 percento l’anno
Un rendimento a rischio zero del 2,2 percento l’anno
Chi versa 3000 franchi ogni anno nel pilastro 3a a partire dall’età di 45 anni aumenta il proprio patrimonio di 60’000 – 76’000 franchi l’anno fino al pensionamento grazie ai risparmi fiscali. A queste somme si aggiungono gli interessi maturati, che nel nostro calcolo non sono stati considerati. L’esempio si riferisce a un single che abita a Basilea con un reddito netto di 80’000 franchi.

Spesso il capitale è investito a lungo termine nel pilastro 3a. Invece di un conto di previdenza potrebbe essere dunque interessante un fondo previdenziale. La Banca Migros offre quattro diversi fondi previdenziali con una quota azionaria fino al 45 percento. Con l’esempio del Mi-Fonds (CH) 40 V il grafico illustra come la crescita del patrimonio ha prodotto un rendimento annuo del 3,7 percento considerando il risparmio fiscale (maggiori informazioni sono contenute nell’articolo «Tuttora realistico un rendimento del 3 percento»).

Un utile di 25’900 franchi in dieci anni
Un utile di 25’900 franchi in dieci anni
Il grafico raffigura l’evoluzione del patrimonio nel terzo pilastro nel caso che siano stati investiti 6000 franchi l’anno nel Mi-Fonds (CH) 40 V dal 2006.

4. Lo sgravio fiscale può anche quintuplicarsi, a seconda del domicilio

Nel pilastro 3a appare con particolare evidenza fino a che punto le aliquote fiscali possano variare a seconda del domicilio. Nella tabella seguente sono elencati gli sgravi fiscali per tutti i capoluoghi di cantone. Per i single il pilastro 3a è più vantaggioso a Ginevra, Neuchâtel e San Gallo. Per le famiglie con figli le agevolazioni possono diminuire parecchio a seconda dei cantoni. È il caso, per esempio, di Bellinzona o Coira. D’altro canto le famiglie di Neuchâtel o Basilea beneficiano praticamente della stessa deduzione fiscale prevista per i single.

A questo link trovate una pratica applicazione online per calcolare l’effetto fiscale del vostro pilastro 3a.

Riduzione fiscale
Riduzione fiscale con un reddito netto di 70'000 franchi e un versamento di 6739 franchi nel pilastro 3a.
Riduzione fiscale con un reddito netto di 70’000 franchi e un versamento di 6739 franchi nel pilastro 3a.

5. Una generosa cassa pensioni è fiscalmente vantaggiosa

I lavoratori dipendenti ottengono la maggiore agevolazione fiscale ancora prima di cominciare a compilare la dichiarazione delle imposte. Ecco perché molti non si accorgono neppure di tale vantaggio, sebbene costi al fisco circa 4 miliardi di franchi l’anno. Stiamo parlando dei versamenti regolari nella cassa pensioni. Infatti, l’importo è già dedotto nello stipendio netto riportato nella dichiarazione dei redditi. Nella maggior parte dei casi il datore di lavoro e il lavoratore finanziano i contributi per metà ciascuno. Tuttavia esistono aziende generose che versano una quota superiore al minimo legale, come mostra l’articolo «Stesso stipendio, ma il 50 percento di rendita in più». Anche questo contributo aggiuntivo è esente da imposte. Dal punto di vista fiscale i datori di lavoro che versano contributi elevati nella cassa pensioni sono dunque particolarmente interessanti. Sul certificato della cassa pensioni vale la pena di verificare a quanto ammontano le prestazioni nel secondo pilastro.

Evoluzione del capitale previdenziale: un bonus di 150 000 franchi
Evoluzione del capitale previdenziale: un bonus di 150 000 franchi
A seconda della cassa pensioni, il capitale di vecchiaia aumenta a 300’000 o 450’000 franchi, secondo se il datore di lavoro versa il contributo minimo o il doppio. Il calcolo si basa su uno stipendio medio attuale di 6250 franchi. I dati considerano anche l’evoluzione effettiva degli stipendi negli ultimi 40 anni e del tasso minimo LPP dal 1985.

6. Interrompere la progressione fiscale

Oltre ai versamenti regolari effettuati nella cassa pensioni, anche i riscatti straordinari possono essere dedotti dall’imposta sul reddito. Molti lavoratori potrebbero sfruttare un notevole potenziale in questo ambito. Vale dunque la pena di consultare la somma massima riscattabile nel certificato annuo della previdenza emesso dalla cassa pensioni. Se possibile, i riscatti dovrebbero essere scaglionati per interrompere la progressione fiscale. Per esempio, in caso di un riscatto ammesso di 50’000 franchi nel secondo pilastro, il risparmio fiscale è maggiore se, invece di un versamento unico, sono pagati 10’000 franchi l’anno per cinque anni. Importante: dopo un riscatto non è possibile prelevare capitale per tre anni dalla cassa pensioni, secondo quanto deciso dal Tribunale federale nel 2010.

7. Il terzo pilastro ha precedenza

È meglio che effettui i miei versamenti nel secondo o nel terzo pilastro? Molti contribuenti fanno fatica a decidere se investire i risparmi in eccesso nella cassa pensioni o nel pilastro 3a. Ma proprio per i più giovani la scelta è chiara: il terzo pilastro ha la priorità, per il semplice motivo che l’agevolazione fiscale vale solo per un anno. In altri termini, chi non effettua il versamento in tempo non può più recuperare. È diverso il caso del secondo pilastro, per il quale il momento del riscatto può essere scelto liberamente. Per la maggior parte delle persone è dunque più vantaggioso cominciare con i versamenti suppletivi nella cassa pensioni solo tra i 50 e i 55 anni. Da un lato in questa fase della vita il reddito raggiunge spesso il livello più alto, pertanto anche la progressione fiscale è più elevata. Inoltre le altre deduzioni fiscali diminuiscono solitamente, perché i figli entrano nell’età adulta.

8. Un pensionamento flessibile conviene

Sempre più persone continuano a lavorare anche dopo aver raggiunto l’età della pensione. Il fisco li premia con incentivi sotto un duplice punto di vista: prima di tutto il prelevamento della rendita AVS può essere posticipato fino a un massimo di cinque anni, contrastando la progressione fiscale. Inoltre la rendita AVS sale così fino al 31,5 percento. Tuttavia questo rinvio è interessante soltanto con un’aspettativa di vita elevata. In secondo luogo è possibile (anche con un grado di occupazione ridotto) effettuare versamenti nel pilastro 3a fino a cinque anni dopo il pensionamento, il che riduce l’imposta sul reddito.

9. Capitale o rendita? Spesso la soluzione vincente è combinarle

Dal punto di vista puramente fiscale non c’è ombra di dubbio: chi si fa liquidare il capitale della cassa pensioni sotto forma di prelevamento unico è avvantaggiato. Di solito la relativa aliquota fiscale si colloca al di sotto del 10 percento, pur con notevoli differenze tra i cantoni. Chi invece opta per la rendita deve tassarla interamente come reddito. Nonostante ciò, la maggior parte dei pensionati sceglie la rendita, il cui vantaggio è di consentire un reddito fisso anche con un’aspettativa di vita molto elevata. Con un prelevamento parziale del capitale è possibile sfruttare i vantaggi delle due varianti.

Occorre tuttavia osservare che la Confederazione intende limitare il prelevamento del capitale al momento della pensione. Quindi, chi progetta un riscatto della cassa pensioni con agevolazioni fiscali per poi prelevare questo capitale a 65 anni potrebbe andare incontro a restrizioni. I dettagli sono spiegati nell’articolo «Più difficile il prelievo di capitale».

10. Verificare le conseguenze fiscali di una rendita vitalizia

Con un’assicurazione di rendita vitalizia il pensionato si assicura un’entrata regolare per tutta la vita con il suo capitale privato, che è dunque versato a una compagnia di assicurazioni, la quale lo trasforma in una rendita. La rendita vitalizia serve di conseguenza a garantire il rischio di longevità. Sul premio unico iniziale è tuttavia dovuta una tassa di bollo del 2,5 percento. I versamenti regolari sotto forma di rendita sono a loro volta tassati per il 40 percento come reddito. Infine si applicano altre tasse se, per esempio, il cliente vuole liquidare la rendita vitalizia a causa di un’imprevista esigenza finanziaria.

Un altro svantaggio è la durata fissa della rendita vitalizia. A differenza di un conto di previdenza, una liquidazione flessibile potrebbe non essere possibile a seconda della situazione fiscale. Se, per esempio, il versamento avviene contemporaneamente alla riscossione del capitale della cassa pensioni, l’onere fiscale può aumentare notevolmente.

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